L’IMPATTO
Samantha è uscita da casa verso le 14. A quell’ora di solito è già china sui libri: studentessa del terzo anno all’istituto Sansovino di Oderzo, indirizzo Relazioni internazionali per il marketing, si impegnava molto nello studio. Ma ieri era il primo giorno di vacanze di Pasqua e lei si mette d’accordo con il fidanzato. Mamma Diana le raccomanda di mandare un messaggio all’arrivo. Samantha inforca la sua motard 125 marca Husqvarna ma a casa di Francesco non ci arriverà mai. Percorre via Arzeri. Sulla corsia opposta c’è una Ford Fiesta rossa, che sta svoltando a sinistra in via Redenta, verso la zona industriale. Il conducente, H. E., 35enne di origini albanesi e residente a Salgareda, è diretto al lavoro. Nella svolta non si sarebbe accorto della due ruote che sopraggiungeva. E la centra in pieno. L’impatto è violentissimo. La 16enne viene sbalzata di sella per parecchi metri, atterrando sull’asfalto. L’urto e la caduta sono micidiali.
SOCCORSI VANI
A casa la madre controlla il cellulare e l’apprensione cresce a ogni giro di lancette: il messaggio di Samantha non arriva. Così la donna contatta il fidanzato della figlia: la sta ancora aspettando. Intanto in paese si sparge la voce di un grave incidente. Mamma Diana va a cercare la sua unica figlia, col cuore in gola. Quando arriva i soccorsi sono già schierati in forze. In una manciata di minuti si sono precipitati sul posto ambulanza e automedica del Suem 118. Poco dopo sul posto è atterrato anche l’elicottero di Treviso Emergenza. Le condizioni della ferita sono apparse subito disperate. Non c’era un minuto da perdere: ma a nulla è servita la corsa contro il tempo dei soccorritori. La manovre di rianimazione non sono bastate a strapparla alla morte. E al medico non è rimasto altro che constatarne il decesso. Dei rilievi di legge si è occupata una pattuglie della polizia stradale, a cui spetta ora il compito di ricostruire nel dettaglio l’esatta dinamica del sinistro e le cause. Anche se il quadro sembra già piuttosto chiaro. Dietro l’impatto mortale sembra ci sia una mancata precedenza da parte dell’automobilista. Una scena straziante quella che si è presentata ai soccorritori. E ai parenti sia della vittima che dell’automobilista, sotto choc per l’accaduto e rimasto ferito in modo lieve. Il 35enne è stato trasportato in ambulanza all’ospedale di Oderzo per gli accertamenti del caso.
NESSUN MESSAGGIO
La famiglia vive da circa vent’anni a Santa Maria di Campagna, dopo aver abitato a Ponzano Veneto, paese di cui è originaria la madre. «Mamma, ti scrivo quando arrivo lì». Samantha ha rassicurato come sempre mamma Diana prima di salire in sella alla sua motard per andare a trovare il fidanzato. «Mia moglie, non ricevendo notizie, ha cominciato a preoccuparsi -racconta papà Luca Renon, autotrasportatore originario di Motta di Livenza che ieri era in trasferta a Milano- Dicevamo sempre a nostra figlia di avvisarci, non per essere opprimenti ma per stare più tranquilli. E lei aveva l’abitudine di mandarci un messaggino». Non ricevendo notizie mamma Diana ha telefonato al fidanzato della figlia, in apprensione quanto lei perché la ragazza non arrivava. «Poi è andata a cercarla quando ha sentito che c’era stato un incidente -prosegue il padre, con la voce rotta- E si è trovata davanti alla tragedia. Non l’hanno lasciata avvicinare. Io ero a 400 chilometri da casa: appena ho saputo sono tornato indietro». «Non riesco a crederci» dice il padre mentre alle 18 è ancora al volante sulla strada di casa. Ogni chilometro è carico di angoscia e il dolore si mescola al ricordo. «Samantha era molto decisa: otteneva sempre quello che voleva. Anche con la moto è stato così: ha insistito tanto e alla fine l’ha avuta. L’abbiamo comprata l’anno scorso e lei era felicissima».
STUDIO E MOTORI
La passione per i motori gliel’ha trasmessa proprio il papà. Ed è diventata una parte irrinunciabile della sua vita: «Brucia i copertoni… non la tua anima» scriveva a settembre sul suo profilo Instagram, in sella alla sua motard Husqvarna, il casco calato sui suoi occhi profondi e i capelli castani, le mani ben salde sui manubri e il tramonto alle spalle. Da piccola aveva praticato nuoto a livello agonistico, con impegno e tenacia. Qualità di cui ha sempre dato prova anche a scuola. Frequentava l’istituto Sansovino di Oderzo, indirizzo ragioneria. «Era molto brava, si impegnava tanto. Alle 2 di pomeriggio era già sui libri -ricorda il papà, orgoglioso di come stava crescendo la sua bimba- Ha vinto anche una borsa di studio». Nel tempo libero le piaceva uscire con gli amici: il suo giro di amicizie gravitava soprattutto verso Motta di Livenza, paese di origine del papà. E da qualche tempo aveva anche trovato l’amore: un ragazzo di Campo di Croce, che ieri stava andando a trovare. «Troppo dolore» sono le uniche parole che mamma Diana riesca a pronunciare al telefono.
SORRISO CONTAGIOSO
Solare, col sorriso sulle labbra, gioiosa e allegra. È così che amici e compaesani descrivono la 16enne. Ieri quando la terribile notizia ha iniziato a circolare, il primo dettaglio che è venuto in mente a tutti è proprio quel sorriso contagioso che portava sempre stampato sulle guance.